Cosa ti ha ispirato a scrivere “Il gioco degli Dei”?
La mia motivazione principale nello scrivere questo romanzo è stata quella di voler rendere omaggio ai miti greci, che amavo già da bambino. Ho scelto tre eroi che rappresentassero qualità diverse attraverso gli archetipi che incarnano e ho voluto mantenere completamente invariato il loro passato per scrivere una nuova storia, perché ho sentito profondamente che nessuno di loro meritava la fine ingloriosa che ebbe nei miti ufficiali. La mia principale motivazione è stata proprio questa: sentivo che c’era qualcosa d’incompiuto nella vita di questi tre eroi, che meritavano una nuova occasione che gli avrei concesso scrivendo “Il Gioco degli Dei”.
Qual è stata la tua fonte principale di ispirazione per i personaggi di Orfeo, Achille e Ulisse?
Prima di mettermi a scrivere ho cercato di entrare in profondità con gli archetipi che questi tre grandi eroi incarnano e a questi mi sono ispirato. I personaggi che ho scelto (Orfeo, Achille e Ulisse) hanno mantenuto le caratteristiche che ci vengono tramandate da Omero e Virgilio, ma affrontando nuove sfide e pericoli insieme, approfondendo legami e colpe del proprio passato, potranno scoprire qualità che non immaginavano di possedere.
Il romanzo mescola elementi di storia ed epica. Come hai bilanciato la tua narrazione tra la fedeltà storica e la creatività narrativa?
Come dicevo, ho mantenuto invariato tutto ciò che è stato tramandato dai grandi ed in particolare da Omero nell’Iliade e nell’Odissea, e da questo punto di vista il mio romanzo potrebbe anche essere considerato una fedele ricostruzione storica, ma l’elemento centrale è senza dubbio la nuova storia che ho creato, che ha inizio già nelle prime pagine del libro, quando Ade propone a Orfeo di partecipare al “Gioco degli Dei”.
Nel libro, Orfeo è costretto a ritornare negli inferi per riabbracciare Euridice. Cosa ti ha spinto a scegliere questo mito come punto centrale della trama?
Ho scelto il mito di Orfeo perché lo reputo meraviglioso e toccante, anche se veramente drammatico. Il sentimento di quest’uomo per la sua sposa, che sopravvive alla morte di lei e lo spinge a recarsi addirittura negli inferi pur di poterla riportare in vita, è un atto d’amore senza eguali. Eppure, per quanto possa apparire incredibile, è anche la causa principale della sua totale disfatta. Nel mito Orfeo riesce a convincere Ade e Gea ad accondiscendere alle sue richieste tramite il suono sublime della sua lira e quello del suo cuore infranto che ancora batte solo per Euridice, ma poi fallisce la prova finale a cui gli Dei lo sottopongono. Per poterla riabbracciare avrebbe dovuto solo condurla oltre il regno degli inferi senza guardarla mai in faccia, ma il dubbio e la paura di perderla nuovamente decretano la sua sconfitta. Il mio libro comincia con Orfeo che si reca nuovamente negli inferi per incontrare Ade. I suoi ricordi sono confusi e frammentati, ma ha un’unica certezza: Euridice è morta e farebbe qualunque cosa pur di mutare questa realtà. In realtà questo più che il centro è il punto di partenza della mia storia, l’inevitabile caduta dell’eroe da cui si dipana un cammino catartico che può condurre verso la redenzione o la sconfitta definitiva.
Gli Dei giocano un ruolo significativo nel destino dei protagonisti. Qual è il tuo punto di vista sulla loro influenza nella vita umana, sia nel contesto del romanzo che nella realtà?
Gli Dei sicuramente hanno un ruolo molto importante in questo mio romanzo, per quanto apparentemente distanti dalle vicende dei comuni mortali e degli eroi che hanno prescelto per il loro gioco. La loro funzione è molteplice: a volte sono semplici spettatori, altre ci tendono la mano per guidarci, altre ancora ci mettono alla prova sottoponendoci a prove e inganni, e credo che questo in un certo senso valga anche nella vita, se preferite sottoforma di energia e coscienza dell’universo. A questo riguardo sicuramente troverete parecchie sorprese nel mio libro.
La storia dei tre eroi si svolge in luoghi mitici e affronta pericoli mortali. Qual è stata la tua parte preferita nel creare questi mondi fantastici e i loro ostacoli?
Forse il momento di maggiore soddisfazione è stato proprio quello in cui ho scritto capitoli completamente nuovi partoriti interamente dalla mia fantasia, ma sono certo che il valore più grande di questo libro sia nell’approfondimento psicologico dei personaggi e nelle loro relazioni, che sono pregne di riferimenti al loro passato. Pertanto, ancora una volta non posso fare a meno di ringraziare ed esprimere la mia grande ammirazione nei confronti dei miti greci, a cui mi sono ispirato.
La relazione tra Orfeo, Achille e Ulisse è centrale nella trama. Come hai lavorato alla dinamica tra questi personaggi così diversi?
Li ho scelti appositamente proprio perché sono così diversi, e su questa base ho costruito l’intera storia che ho deciso di narrare. Sono partito dal presupposto che Achille e Ulisse, per quanto si conoscessero già da prima per tutto ciò che accade durante la guerra di Troia, avessero in realtà molto poco da spartire caratterialmente e anche a un livello di ideali. In fondo Achille cercava unicamente l’onore e la gloria in battaglia, mentre Ulisse si affidava soprattutto all’astuzia e all’ingegno per essere vittorioso. Ma il vero estraneo, quello che proprio non ha nulla a che spartire con loro, è Orfeo, che non è nemmeno un guerriero, ma il più grande musicista di tutti i tempi. Eppure, sarà proprio la purezza del suo cuore e la grandezza della sua musica, l’elemento alchemico in grado di mantenere saldo il loro legame nei momenti di maggiore sconforto.
Il tema del tesoro degli Dei è cruciale per la trama. Senza rivelare troppo, puoi darci qualche indizio su cosa rappresenta questo tesoro e cosa simboleggia per i protagonisti?
Il “Tesoro degli Dei” è il segreto di questo libro e pertanto sono costretto a non rivelare nulla al riguardo. La sua vera natura e il profondo significato di ciò che implica verranno svelati solo al termine della storia, ma ci sono indizi che sono certo non sfuggiranno ai lettori più attenti.
Ci sono stati momenti particolarmente difficili durante la scrittura del romanzo? Come li hai superati?
Questo è stato un romanzo molto complesso e difficile da scrivere. Ho cominciato la sua stesura nel 2018 per interrompermi al terzo capitolo perché non avevo più idee convincenti, ma non mi sono mai arreso. Ho lasciato che trascorresse il tempo necessario perché la mia musa mi venisse nuovamente a trovare, donandomi la giusta ispirazione. E’ accaduto nel 2020. Mi sono rimesso davanti al computer, ho trovato la musica che nel mio cuore esprimeva perfettamente il mood della mia storia e mi sono messo al lavoro, completandola in circa tre mesi. Ho già scritto diversi libri e non avevo mai incontrato una difficoltà tanto grande, ma credo di avere agito con ponderazione e saggezza, senza farmi prendere dal panico o voler raggiungere a tutti i costi un risultato quando i tempi non erano ancora maturi.
Se potessi consigliare ai lettori un aspetto del romanzo su cui riflettere più attentamente, quale sarebbe e perché?
Sicuramente consiglierei ai lettori di soffermarsi a riflettere su cosa rappresentano veramente “Il Gioco degli Dei” e il loro tesoro, ma anche sulla musica di Orfeo, che è il “protagonista invisibile” di questo romanzo.
Il libro affronta tematiche profonde come l’amore, la redenzione e il destino. Cosa speravi che i lettori potessero trarre da queste riflessioni?
Spero che i lettori possano trarne bellezza, nel senso più spirituale ed elevato del termine, perché amore, redenzione e destino sono collegati in maniera sottile, e forse la chiave di tutto è proprio l’amore. Gli eroi vengono messi a dura prova, incontrano prove estenuanti e ostacoli feroci nel loro cammino, a volte arrivano anche a maledire la sorte e il destino, ma sanno amare in maniera più profonda di chiunque altro, sanno brillare come stelle per redimersi dalla propria oscurità e illuminare anche l’altrui cammino, fino ad arrivare anche a sacrifici estremi.
Infine, quali sono i tuoi prossimi progetti letterari?
Hai già in mente nuove storie o temi che vorresti esplorare?Nuove storie al momento no, ma a breve pubblicherò un epic fantasy in Inghilterra dal titolo “The Myth of Aruna Ereio”, e devo correggere un libro di fantascienza che ho terminato l’anno scorso ed è l’opera più mastodontica che abbia mai scritto. Non posso rivelare nemmeno il titolo al momento, ma si tratta di un progetto molto ambizioso che mi ha portato a scoprire nuovi orizzonti di fantasia e a scrivere con uno stile completamente nuovo per me, che in un certo senso potrei definire “cinematografico”.
Dove è possibile seguire la tua carriera di scrittore sul web e sui social?
Mi troverete su Facebook ed Instagram. Non ho grandi numeri perché mi sono reso conto tardi dell’importanza di questo aspetto ed è un vero peccato. Se vi è piaciuta la mia intervista seguitemi.
Di seguito i link della mia pagina Facebook e di Instagram
https://www.facebook.com/EnricoPasseriScrittore/about
https://instagram.com/enricopasseri.writer
Dove è reperibile il libro “Il gioco degli Dei”?
“Il Gioco degli Dei” è reperibile in tutti i principali store online ed anche in formato kindle.
Vi lascio i principali link di acquisto:
https://www.ibs.it/gioco-degli-dei-libro-enrico-passeri/e/9791254584644
https://www.mondadoristore.it/Il-gioco-degli-Dei-Enrico-Passeri/eai979125458463/
Progetti per il futuro?
Al momento intendo dedicarmi di più alla promozione e meno all’aspetto artistico per un po’, focalizzandomi in particolare su “Il Gioco degli Dei” e “The Myth of Aruna Ereio”, che a breve uscirà in Inghilterra. Ho già a disposizione parecchi progetti da poter presentare al pubblico, che spaziano dalla poesia, fino alla narrativa e all’ambito cinematografico, e non vedo l’ora di poterveli mostrare.
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