Il protagonista del romanzo condivide il tuo nome e molti tratti autobiografici: quanto c’è di Vincenzo Patierno in questo personaggio?
Il protagonista Vincenzo sono io, quindi i tratti autobiografici descritti sono una parte del mio complicato essere.
Hai definito il libro un diario di formazione: quale momento o episodio ti ha fatto sentire davvero “cresciuto” durante le tue esperienze scoutistiche?
Gli scout sono stati, per molti anni di frequentazione, il contesto in cui mi sentivo accettato, in un certo senso compreso e in cui sono stato bene.
Al contrario dell’ambiente scolastico e di “strada”, mi verrebbe anche da dire da una percentuale parentale.
Purtroppo non ho colto l’opportunità di crescita che mi veniva offerta, essendo apatico, svogliato alla vita
o sarebbe più corretto dire al vivere, al vissuto.
La scena iniziale con la vicepreside è tanto comica quanto memorabile: da dove nasce l’ispirazione per scene così vivide e teatrale?
Questa scena, come altre che fanno parte delle mie birichinate, ahimè, è reale: se la memoria mi
supporta, era un giorno del secondo anno di scuola media alla Santo Alfonso dei Liguori; la mia classe
era l’unica classe turbolenta della scuola, certo nulla a che vedere con i vandali e lo schifo che si aggira oggi tra i banchi, quella mattina dall’aula sopraggiungeva un buon baccano, per questo la vice preside fece una delle sue incursioni, non era presente l’insegnante, se ricordo bene, dopo averci redarguito e stilato
un nuovo bel rapporto sul registro di classe se ne stava per andare, ma proprio sotto l’uscio cadde letteralmente con il suo grosso culo per terra, il pavimento tremò.
Pagammo caro in seguito quello scivolone.
Hai saputo dosare ironia e malinconia con grande equilibrio: come sei riuscito a mantenere questa armonia narrativa?
L’ironia è dovuta per alleggerire la lettura, dato che ci troveremo davanti ad alcune vicende dure da leggere, come lo sono state nel descriverle.
La malinconia, è uscita fuori per la riflessione nostalgica per il contesto di cui facevo parte, di quei tempi,
per l’altro personaggio che è realmente esistito che è il parroco Vincenzo Criscuolo e per la persona citata vissuta che non è anche lui tra noi da troppo: mio nonno Vincenzo.
I mulini della valle assumono nel romanzo una valenza quasi mitologica: che rapporto hai oggi con quel luogo?
Ho descritto la Valle dei mulini di Gragnano alla Salgari, scusate la poca modestia, ma voglio soltanto dire
che non ho mai visitato la valle dei mulini, mi sono documentato certo, ma a fare il resto è stata l’immaginazione.
Molti personaggi sembrano caricaturali ma restano profondamente umani: ti sei ispirato a persone reali?
Caricaturali, accorto a non farli trascendere nel grottesco, forse per questo risultano umani, anche se alcuni
sono perfidi sono perfidi umani, perciò della peggior specie.
in uno scritto c’è sempre qualcosa dello scrivente e molto del “teatro” che lo attornia.
Lo scrivere e il descrivere il sentire e il percepire di ciò che è al difuori delle proprie mura d’argilla.
Il romanzo si apre come una commedia e si chiude con sfumature da giallo: come hai deciso questa struttura narrativa così dinamica?
Non so se è stata una scelta inconsciamente deliberata, ma penso, oltre al talento, c’è ciò che ho assimilato,
ciò che mi ha attratto, ciò che ho ricevuto come lettore di altri autori.
Qual è il messaggio che vorresti rimanesse al lettore una volta chiuso il libro?
Di esplorazione di parte del passato, del ricordo, di uno scorcio d’inizio adolescenza.
Di ricercare un amore vero, sano, come quello tra Aurelio e Anna, al quale ho imposto che restasse “pulito”, che avesse un lieto fine, anche se a me i finali scontati non piacciono, mentre intorno ne succedevano di cotte e di crude.
Rifacendomi a i due innamorati, di lasciare fuori dall’amore, fuori del rapporto, tutto lo sporco del mondo.
La scrittura è brillante e coinvolgente: che ruolo ha avuto la tua voce narrante nel rendere così fluido il racconto?
La voce narrante è quella del protagonista narratore, che pure nell’adolescenza aiuterà a trovare parte del filo della matassa.
Non so se all’epoca, a quell’età, avrei avuto tale maturità.
Nel romanzo traspare un forte senso di nostalgia: è stata più una spinta emotiva o letteraria a guidarti nella stesura?
Nostalgia nel volere ricordare due persone importanti nella mia vita, le uniche con me reali, il resto è narrativa.
Se potessi parlare al “Vincenzo ragazzo” descritto nel libro, cosa gli diresti oggi?
Col senno del poi, di vivere la vita, di superare le sue paure, di fottersene se viene bullizzato, se il suo
andarsi a fare una passeggiata o andare a scuola risulta un inferno.
“Non ha mai bisogno di svegliarlo, essendo che è a trovarlo già sveglio, in preda ad una voglia di gridare,
ma il grido gli resta in gola, per la sofferenza nel doversi recare alle lezioni, nonché ha in quell’istante
il desiderio di essere impossibilitato ad alzarsi.” tratto dal mio racconto Storia d’amicizia e di bullismo.
“Lui ritorna nell’accogliente casa e in seno all’amorevole famiglia, dove di certo non sono a mancare i bacchi becchi, ma di sicuro è un porto sicuro ed accogliente, tutto ciò che probabilmente manca tra le mura di coloro che sfogano la propria rabbia e le loro frustrazioni sui più deboli e più sfortunati.” Sempre tratto dal mio racconto Storia d’amicizia e di bullismo, che potrete trovare nella mia raccolta di racconti Scarabocchi d’inchiostro.
Questo messaggio glielo farei imparare a memoria, di sicuro ne potrebbe trovare sollievo.
Pensi che “Alla valle dei mulini di Gragnano” sia un libro per ragazzi, per adulti nostalgici o per entrambi?
Non mi piace dare un genere specifico a 1977-Alla valle dei mulini di Gragnano, è un contenitore
che racchiude più generi d’emozioni: c’è spazio sia per l’efferatezza, che sentimenti come l’amore, spazio per l’ironia, l’avventura, oltre a un tuffo in un’altra parte di me che è la poesia.
lDove è possibile seguire iL tuo lavoro da scrittore sui social e sul web?
Sulla mia pagina di Facebook “ Farina del mio sentire, di Vincenzo Patierno
Sui miei due profili Vincenzo Patierno e Vincenzo Patierno II di Facebook
Su Istagram vinvenzo_patierno
Dove è possibile acquistare il tuo libro?
In tutte librerie fisiche, compreso Mondadori, cartaceo
Sul web, sul sito della casa editrice IVVI, sia in e-book che cartaceo
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